Genova Moai Body Piercing. Storia Piercing: XX secolo

Presso i marinai sarebbe invalsa la credenza che forare il lobo acuisse la vista, così da poter ottenere il posto di vedetta, che era fra i più ambiti.[senza fonte] I marinai portavano orecchini d’oro, cosicché, se fossero morti in mare e il loro corpo fosse stato trascinato a riva dalla corrente, con essi si sarebbe potuta pagare una sepoltura cristiana: il loro spirito, altrimenti, avrebbe vagato inquieto per l’eternità.[35] Tra gli stessi marinai britannici e statunitensi del XX secolo, sarebbe attestata anche la pratica di forare i capezzoli quale rito di passaggio al doppiare una determinata linea (dell’equatore, dei tropici o la linea internazionale del cambio di data) e varie immagini di marinai tatuati lo confermerebbero.[10][36] Steven Zeeland, nel suo Sailors and sexual identity. Crossing the line between “straight” and “gay” in the U.S. Navy del 1995,[37] riferisce inoltre di una pratica similare, in voga sempre tra i gli infermieri della marina statunitense di stanza a Okinawa, presso 3º Battaglione Medico di Camp Hansen, consistente nel praticare il piercing al capezzolo come segno di appartenenza al corpo di stanza in quella precisa località.[

Alcune forme di piercing erano parzialmente diffuse anche durante la prima metà del XX secolo, prima dell’avvento del moderno piercing, tra dagli artisti delle fiere, i cosiddetti sideshow, dove fachiri, uomini e donne tatuati talvolta si spingevano a praticare anche piercing “intimi”. Tra gli artisti da sideshow più celebri vi è Rasmus Nielsen, il cui spettacolo consisteva nel sollevare una incudine appesa ai suoi piercing ai capezzoli.[39][40] Diverse fotografie di donne tatuate, alcune appartenenti proprio al mondo dei side show, provenienti dalla Kobel Collection dimostrano anch’esse come la pratica non fosse del tutto sconosciuta durante la prima metà del Novecento.[41] Ethel Granger, riconosciuta nel Guinness dei primati come la donna con la vita più stretta, dato l’utilizzo di corsetti al fine di ridurre il giro vita, durante gli anni venti e trenta, con l’aiuto del marito medico, aveva forato lobi, narici, setto e capezzoli, allargando successivamente i fori con l’inserimento di anelli di maggiore spessore.[10][42] Charlotte Hoyer, una mangiatrice di spade tedesca degli anni quaranta/cinquanta, aveva svariati piercing, oltre alla lingua, aveva forati entrambi i capezzoli, le piccole e grandi labbra della vulva.[43][44] Kathy, una celebre spogliarellista britannica degli anni sessanta, aveva entrambi i capezzoli forati ornati con vistosi pendent[45] Elizabeth Weinzirl, celebre donna tatuata, aveva avuto i capezzoli forati durante gli anni sessanta, anch’essa, così come accaduto a Ethel Granger, grazie al marito medico.[46][47]

Tra gli anni sessanta e settanta, la pratica del piercing, principalmente ai capezzoli e ai genitali, comincia a diffondersi tra le sottoculture BDSM e gay leather, grazie soprattutto al lavoro svolto da Doug Malloy (Richard Simonton), Mr. Sebastian (Alan Oversby), Fakir Musafar (Roland Loomis) e Jim Ward. Si deve a loro l’impegno nella diffusione della pratica del piercing, alla realizzazione della gioielleria per piercing, alla definizione di metodi e tempi di guarigione per ogni singolo piercing. L’aumento di interesse nei confronti del piercing che si stava sviluppando durante gli anni settanta, spinse Simonton a consigliare a Jim Ward, che all’epoca lavorava come corniciaio, di avviare un’attività di piercing. Nel 1975 Simonton finanziò Ward per avviare il suo studio di piercing Gauntlet, originalmente con base nella casa di Ward, dove questi iniziò a produrre gioiellerie per piercing e imparare su come praticare i vari tipi di piercing. L’attività, la prima nel suo genere, ebbe inizio nel novembre del 1975 e questa è considerata la data di inizio della moderna industria del body piercing.[48][49][50]

Nel mondo occidentale, di fatto, la pratica del piercing ha iniziato a diffondersi in seno alla comunità del tatuaggio: spesso persone pesantemente tatuate hanno preso a forarsi anche lobi, narici, capezzoli e genitali[51].

Successivamente il piercing ha iniziato ad essere praticato dalle sottoculture giovanili: tra i primi ad utilizzare la perforazione di lobi e narici, ci sono stati gli hippy, tra gli anni sessanta e settanta. A fine anni settanta, e negli anni ottanta, la pratica è poi divenuta di uso comune tra punk e goth. Tra la fine degli anni ottanta e gli inizi degli anni novanta, infine, soprattutto nell’area industrial, si sono diffusi anche piercing più estremi e intimi, come ombelico, capezzoli e genitali.

Tra i piercing più diffusi piercing dell’ombelico ha infatti riscosso ampio interesse nella cultura mainstream da quando la modella Christy Turlington lo ha esibito in una sfilata londinese nel 1993. La diffusione di tale pratica deve comunque molto anche al videoclip degli Aerosmith Cryin’, sempre del 1993, nel quale l’attrice Alicia Silverstone si fa forare l’ombelico dal piercer Paul King.[52] La facilità con cui è possibile nascondere questo tipo di piercing, anche durante il processo di guarigione, ha contribuito all’ampia diffusione della pratica.

Anche il piercing del capezzolo assurge a pratica mainstream durante gli anni novanta, in particolare grazie alla moda, apparendo, tra l’altro nel libro fotografico Erotica, legato all’album omonimo, di Madonna e venendo esibito da personaggi celebri quali Tommy Lee;[53] Corey Taylor;[54]; Axl Rose; Lenny Kravitz[53][55]; Joan Jett.[56] Trova ampia diffusione anche nella moda e popolari supermodel lo esibiscono in fotografie di nudo o sulla passerella, indossando abiti che lasciano intravedere il seno scoperto: tra le primissime vi sono Sibyl Buck, che, oltre ai capezzoli, portava anche piercing alla narice, al labbro, all’ombelico e nella cartilagine dell’orecchio;[57] Erica VanBriel, modella belga che a una celebre sfilata haute couture del 1998 di Thierry Mugler sfila indossando un abito da sera appeso ai piercing dei suoi capezzoli;[58][59][60] Tasha Tilberg, modella canadese che, negli anni novanta, esibisce svariati piercing, tra cui gli anelli a entrambi i capezzoli.[61]

Moai Body Piercing.LUN-SAB 15.30/19.00 Salita del Prione 2r-Genova  Centro Storico– Si riceve SOLO su appuntamento (Jonathan 347.0661852).

Moai Body Piercing è il vostro studio professionale di Body Piercing, il primo a Genova. Il laboratorio mette a vostra disposizione esperienza, tecniche di sterilizzazione appropriate, aghi monouso e un vasto assortimento di gioielli in acciaio chirurgico, titanio, niobio, plexiglass bioplast. Tutto, inoltre, avviene nella massima igiene e sicurezza.

Scroll to Top