Genova Moai Body Piercing. Storia Piercing: Antichità

Nei Veda, i più antichi libri sacri indiani, si trova un riferimento ai lobi e al naso forati della dea Lakshmi[9] È inoltre molto comune in India la perforazione di una o di entrambe le narici.[senza fonte] Nella letteratura specialistica, viene fatto spesso riferimento alla pratica, in uso presso le donne indiane di perforarsi sia le piccole che le grandi labbra, oltre a tatuare il pube.[9] Nel Kamasutra Vatsyayana fa riferimento alla pratica del piercing del pene, affermando che presso alcune popolazioni del Sud dell’India si considerava che il vero piacere sessuale non fosse raggiungibile se non perforando il pene, non è tuttavia chiaro in quale punto del pene questo tipo di piercing venisse praticato,[14][15], seppure secondo taluni questo piercing corrisponderebbe a quello attualmente conosciuto come Apadravya.

La pratica di forare i lobi delle orecchie compare anche nella Bibbia, dove gli orecchino vengono indossati da entrambi i sessi, e vi è inoltre un riferimento al piercing della narice nel libro della Genesi

Alcune forme di piercing erano comuni nell’Antica Roma e nell’Impero Romano. Gli orecchini erano ad esempio molto più comuni tra gli uomini che tra le donne. Nell’antica Roma erano inoltre in uso alcuni piercing genitali, quali ad esempio quello del prepuzio[17] o la cosiddetta infibulazione delle schiave, consistente nel praticare un piercing alle grandi o alle piccole labbra in prossimità dell’ingresso della vagina, inserendovi un anello, con lo scopo di preservarne la castità (pratica, secondo le fonti, invalsa comunque anche presso i greci e le culture indo-persiane).

Controverse sono invece le fonti che affermerebbero la pratica del piercing del capezzolo presso gli antichi egizi, con un preciso riferimento alla regina Cleopatra,[4][21][22], mentre è vero che in alcui periodi storici fosse invalsa la pratica di esporre il seno nudo, che portava a decorarlo in varie maniere, ma non attraverso la perforazione dei capezzoli, bensì dipingendo i capezzoli con della vernice dorata.

Presso i maya sarebbero state in uso numerose forme di modificazione corporea, tra cui piercing ai lobi, alle narici e labbro inferiore, al pene inserendovi pietre colorate e anelli nel glande, ai capezzoli in cui inserivano degli anelli.[25] Presso gli Aztechi i lobi delle orecchie venivano dilatati per piacere estetico o come segno di appartenenza a una determinata tribù.[senza fonte] Aztechi e Incas indossavano, inoltre, un anello d’oro al setto nasale come ornamento.[senza fonte] La perforazione dei genitali, assieme a quella della fronte, era in uso presso la cultura centroamericana olmeca (1500 a.C. circa) e nelle successive culture da essa influenzate

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